Si legge il commento dell’avvocato Mauro Vaglio a quello che è stato definito un “inopinato attacco alla reputazione dell’intero Ordine degli Avvocati nella persona del suo presidente”.
Non si tratta di una mera questione formale: si tratta del rispetto delle più elementari regole e di trasparenza e correttezza istituzionale.
L’Avv. Minghelli ci chiede di spiegargli “cosa ci sarà mai di grave” nell’aver dato l’incarico di comunicatore ad un soggetto che, indiscutibilmente, è socio in affari dell’avv. Vaglio.
Tutti sanno che Mauro Vaglio ha fondato il suo successo personale su una campagna di comunicazione propagata sul suo noto portale maurovaglio.it, che è stato un efficacissimo mezzo di propaganda della sua persona almeno negli ultimi quattro anni.
Ancora non ci sono notizie sulla natura della attività della società Skyclic, ma è ragionevole ipotizzare che questa debba avere avuto un ruolo, e non certo di secondo piano, nella gestione delle attività di propaganda dell’avv. Vaglio.
E’ difficile pensare che l’avv. Vaglio, onnipresente nelle comunicazioni “al servizio” dell’avvocatura in funzione del perseguimento del suo personale successo in seno alla politica forense capitolina, possa aver messo su una attività commerciale con finalità diverse da quelle di raggiungere il massimo della popolarità tra gli avvocati romani.
L’obiettivo è stato raggiunto ed è ragionevole pensare che il suo fedele comunicatore finisse per beneficiarne degli effetti.
“Cosa c’è di male?”, si chiede l’Avv. Minghelli: il solo pensiero della logica illazione che precede, non può coesistere con la figura di presidente del più grande Consiglio dell’Ordine forense d’Europa.
Tanto meno in un momento come questo, dove è fondamentale la nostra credibilità.
Ecco cosa c’è di male.
E’ ora di dare le dimissioni, avvocato Vaglio.